Ho il piacere di condividere con voi un mio articolo pubblicato su terraevita
La concimazione del frutteto è un momento propizio per la somministrazione di microrganismi utili sotto forma di inoculi microbici (microbiomi sintetici), che influiscono positivamente sulla struttura del suolo e di conseguenza sul miglioramento della ritenzione e la biodisponibilità degli elementi nutritivi
Spesso si identifica la fertilità del suolo solo con una buona dotazione di elementi nutritivi e con una buona struttura fisica. Ma in realtà un suolo è tanto più fertile quanto più è biologicamente attivo. Quindi nella gestione della fertilità del suolo va considerata non solo la componete chimico-fisica, ma si deve anche e soprattutto avere cura della componente microbiologica o microbioma. È possibile migliorare la fertilità del suolo nutrendo il suo microbioma, introducendo durante la gestione delle colture, inoculi di microrganismi utili, con l’obiettivo di incrementare e riattivare le interazioni positive che regolano gli scambi e interazioni tra microrganismi e pianta, alimentando proprio quel turnover microbico concentrato nella rizosfera. Proprio nella rizosfera, didatticamente indicata con 2-3 mm adiacenti alla radice, si realizzano le più importanti interazioni e interscambi tra microrganismi e colture. In particolare, la concimazione del frutteto è un momento propizio per la somministrazione di microrganismi utili sotto forma di inoculi microbici (microbiomi sintetici).
Come lavorano i microrganismi utili nel suolo
In questo articolo approfondiamo gli effetti della nutrizione microbica dei suoli sulla componente fisica, analizzando gli effetti benefici sulla struttura del suolo e di conseguenza sul miglioramento della ritenzione e la biodisponibilità degli elementi nutritivi.
Formazione degli aggregati di suolo e interazione con microrganismi
Gli inoculi microbici utili in questa fase del ciclo colturale appartengono sia ai PGPR (batteri) che ai PGPF (funghi) e li ritroviamo in commercio sia puri (solo spore), sia in formulati liquidi, polverulenti e/o granulari o associati a matrici organiche (es. pellet organico inoculato).
È noto che i microrganismi del genere Pseudomonas spp. e Bacillus spp., oltre ad avere un’attività di biocontrollo e biostimolazione e biofertilizzazione nei riguardi delle colture, sono in grado, attraverso applicazioni costanti e programmate, di migliorare in modo sostanziale la struttura e la qualità dei suoli. Questo processo si esplica attraverso una cementificazione delle particelle organiche degli aggregati, agevolando la formazione di micro e macroagregati, svolgendo un ruolo chiave nella promozione della crescita vegetale, aumentando ad esempio la capacita di scambio cationico, esercitando un potere tampone sul ph migliorando di conseguenza la biodisponiblità degli elementi nutritivi confinanti nel suolo e nella rizosfera.
Questo fenomeno è agevolato dagli esopolisaccaridi (EPS), una classe eterogenea di polisaccaridi, oligosaccaridi e glicoproteine prodotti durante la crescita dei microrganismi. Gli EPS, essendo coinvolti nei suddetti meccanismi di adesione al substrato, giocano un ruolo importante anche in situazioni di condizioni di stress idrico. Infatti proprio gli EPS prodotti dai batteri (e non solo) creano un microambiente, tramite la formazione di un biofilm idrofilo, che aumenta la ritenzione idrica e protegge anche i microrganismi dal disseccamento (es. prevenzione della disidratazione ifale). Inoltre gli EPS legando ioni Na+ ne evitano l’assorbimento da parte della pianta (stoccaggio di nutrienti in eccesso), diminuendo lo stress salino.
Pellet in commercio già inoculato o da inoculare prima dell’applicazione
In questo contesto giocano un ruolo importante anche i funghi micorrizici (FM) contribuendo a migliorare la struttura del suolo, aumentando la ritenzione idrica e diminuendo la lisciviazione dei nutrienti. Questo grazie al potere aggregante della glicoproetina glomalina sulla struttura del suolo. L’azione meccanica della fitta rete ife extracellualri (wood wide web) dei FM e la presenza della glomalina determinano un aumento della la sua porosità attraverso aggregazione degli aggregati e allo stesso tempo contribuisce all’aumento in contenuto della sostanza organica nel suolo.
Gli effetti positivi sulla struttura del suolo si associano inoltre a quei fenomeni specifici che sono alla base delle relazioni tra microrganismi e pianta, indicati con simbiosi ed endofitismo, che permettono alla pianta di meglio superare le condizioni di stress potendosi meglio approvvigionare di acqua e elementi nutritivi e di poter superare le avversità biotiche. Anche l’uso del Trichoderma spp, (in questa fase applicato come indicato di seguito) oltre alle noti doti di biocontrollo, esplica delle benefiche azioni accelerando la decomposizione della sostanza organica, aumentando la biodisponibilita di elementi nutritivi tra cui il ferro (T. asperellum), stimolando la pianta a produrre nuovo apparato radicale.
Come applicare gli inoculi
L’obiettivo è associare alla concimazione tradizionale l’introduzione dei microrganismi utili al suolo. Praticamente questa somministrazione avviene utilizzando i comuni pellet con base organica di origine vegetale, e/o animale (letami animali umificati), già inoculati con funghi micorrizici e altri microrganismi, (es. spore del genere Bacillus spp e Trichoderma spp).
Il periodo delle applicazioni, al fine di rigenerare i suoli, è sia durante le fertilizzazioni post raccolta (vigneti e altri frutteti), sia alla ripresa vegetativa. In assenza di concimi (o ammendanti) organici già inoculati, si consiglia di inoculare il concime/ammendante spruzzando direttamente su di esso una soluzione di 10 ml di inoculo puro liquido con una concentrazione non inferiore a 108 CFU per ogni 10 litri di acqua e ripetere l’operazione fino a quando buona parte della massa è stata interessata dalla soluzione microbica.
Gli inoculi puri di spore possono anche essere polverulenti, in questo caso è più opportuno applicarli direttamente nella tramoggia dello spandiconcime prima della distribuzione in campo. L’unico inconveniente è la possibile distribuzione non omogenea dell’inoculo avendo peso e forma molto diverso rispetto pellet.
Gli inoculi puri utilizzabili in questa fase possono contenere sia spore di Bacillus spp (es. B. megaterium, B. sutilis) sia Trichoderma spp (esempio T. asperellum). Dopo la distribuzione nel suolo, i microrganismi utili inizieranno la crescita avvantaggiandosi proprio della presenza della materia organica introdotta, migliorando oltre alla fertilità stessa del suolo anche l’efficacia del concime applicato.
Per nutrire il microbioma del suolo in modo efficiente, è utile applicare sempre dosi di inoculo, anche piccole, in tutte le fasi in cui si somministra del concime nel frutteto.
Impianto di fertirrigazione in vigneto
Per i frutteti dotati di impianto di fertirrigazione la distribuzione può avvenire anche utilizzando direttamente inoculi puri liquidi o in polvere bagnabile, avendo cura di miscelarli preventivamente in proporzione di 1:2 con della sostanza organica (es. acidi umici, idrolizzato proteici etc.).
Per i nuovi impianti, è buona norma inoculare anche le giovani radici, estremamente recettive e che meglio posso sfruttare l’effetto benefico dei microrganismi utili, prima della messa dimora (es. barbatelle). Questo si può realizzare tramite il bagnetto radicale, con una soluzione di acqua, inoculo e sostanza organica. Ad esempio per ogni 100 litri d’acqua miscelare 100 ml per le formulazioni liquide e 10 g per le formulazioni in polvere di un inoculo puro e 200 ml di sostanza organica.
Bagnetto radicale
La nutrizione del microbioma del suolo dovrà diventare una normale abitudine, in quanto permette nel tempo di mitigare anche il fenomeno della stanchezza dei suoli.